sabato, luglio 14, 2018

Convegno FIESA FIEPET CONFESERCENTI NAZIONALE Rischio acrilammide

Martedì 26 giugno, dalle ore 10.00 ore 14.30, a Roma, nella Sala Nori della Confesercenti Nazionale, si è tenuto un interessante seminario, di altissimo livello tecnico/scientifico, di analisi e di approfondimento sul Regolamento (UE) 2017/2158: “LE MISURE DI ATTENUAZIONE e i LIVELLI DI RIFERIMENTO per la RIDUZIONE della presenza di ACRILAMMIDE negli alimenti nell’ambito della legislazione europea per la SICUREZZA DEGLI ALIMENTI, l’ETICHETTATURA e la TRACCIABILITÀ per la tutela della salute dei cittadini europei”.
Sono intervenuti, con relazioni puntuali e chiare, AGOSTINO MACRÌ, Professore di Igiene degli Alimenti all’Università Campus Bio-Medico di Roma, ROBERTO GULLINI, Avvocato esperto di Diritto Alimentatre, SIMONA LAURI, Docente di Scienze e Tecnologie Alimentari.
Il Seminario è stato moderato da GAETANO PERGAMO, Direttore della Fiesa Nazionale Confesercenti e da TULLIO GALLI, Direttore Fiepet Nazionale Confesercenti.
Da segnalare la presenza di GIANPAOLO ANGELOTTI, Presidente della Fiesa Nazionale, DAVIDE TROMBINI e VINCESLAO RUCCOLO, rispettivamente Presidente e Vice Presidente di Fiesa Assopanificatori Nazionale.

COS’È L’ACRILAMMIDE
L’ACRILAMMIDE è un contaminante chimico pericoloso che si può trovare negli alimenti.

Rischio acrilammide pane e pizza bruciata


Qualche giorno fa sono andato insieme a due amici in una nuova pizzeria, molto reclamizzata, ubicata in una cittadina vicina alla mia.

Un bellissimo locale appena ristrutturato. Abbiamo chiesto tre pizze e ce le hanno portate con i bordi bruciacchiati.
D’istinto, forse per deformazione professionale, ho alzato con la forchetta la pizza e ho visto il fondo bruciato, quasi carbonizzato. I miei amici hanno fatto altrettanto riscontrando lo stesso problema.
Le abbiamo rimandate indietro chiedendo di riaverle non bruciate. Dopo pochi minuti sono arrivate tre nuove pizze, con i bordi dorati ma non bruciati. Le abbiamo sollevate nuovamente dal piatto e anche queste avevano il fondo nero, parecchio bruciato.
In sintesi il pizzaiolo, probabilmente per fare prima, le infornava senza pulire il fondo del forno e teneva una temperatura alta per cuocerle prima. Abbiamo mangiato il mangiabile, abbiamo pagato e sicuramente quell’attività non ci avrà più come clienti e avrà da noi una pubblicità non lusinghiera.
Purtroppo ho potuto appurare che situazioni del genere, ovvero la somministrazione di pizze bruciate, sono diventate una costante di tante pizzerie dove la salute del cliente passa in secondo piano.
Il problema è l’acrilammide, una sostanza pericolosa e cancerogena, definita dall’EFSA: “motivo di preoccupazione della salute pubblica”. Di recente gli esperti del ... tratto da @pieronuciari http://www.pieronuciari.it/wp/pizza-bruciata-acrilammide-quando-la-salute-e-a-rischio-e-tutti-lo-ignorano/

venerdì, luglio 13, 2018

Pizza pane della salute messaggi claim falsi ingannevoli e sanzionabili

Girando per locali che somministrano prodotti alimentari, non è raro imbattersi in messaggi di questo tipo “ facilita la digestione”, “migliora la digeribilità” addirittura a caratteri cubitali sulle vetrine.  Non è un caso poi che né panifici, com’è successo con il carbone vegetale E153, additivo colorante non ammesso per normativa comunitaria, si leggesse anche “Il nero che fa bene”, “ il pane che aiuta a digerire”.
 Se da un lato il settore della panificazione artigianale soffre e gli artigiani si attaccano a qualsiasi cosa pur di vendere, dall’altro le organizzazioni sindacali alle spalle, se attente e presenti, offrono agli associati un aggiornamento costante, mettendo in guardia da probabili rischi e sanzioni quando si utilizzando certi falsi e vietatissimi claim.
Convegni e corsi in cui tra i relatori figurano professionisti fanno ben comprendere agli OSA il corretto comportamento. Inoltre, la professione di panificatore, operatore del settore alimentare, pasticcere, addetto alla ristorazione, sala e bar, cucina è elencata nelle professioni alle quali si accede con un percorso tri/quadriennale di Formazione Professionale Continua post diploma di scuola secondaria di primo grado (scuola media); non parliamo poi della formazione quinquennale erogata dalle scuole /Istituti Alberghieri.
Un discorso un po’ diverso è invece quello del settore dei pizzaioli in cui non c’è nessuna formazione riconosciuta alle spalle, solo brevi corsi di sei mesi nelle ... tratto da Piero Nuciari http://www.pieronuciari.it/wp/pizza-al-piatto-e-claim-fasulli-un-malcostume-tutto-italiano-sotto-gli-occhi-vigili-si-fa-per-dire-degli-addetti-ai-controlli/