mercoledì, settembre 13, 2017

Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia di Stato - Quotidie Magazine




Nonostante gli innumerevoli interventi fatti dalla Polizia Postale nelle scuole, molti ragazzi e adolescenti utilizzando con estrema superficialità i social non valutando l’ipotesi che, ciò che scrivono o condividono sui propri profili/bacheche, possa rappresentare un reato. Questo vale anche per molti adulti che, con estrema superficialità, postano sempre e ovunque le foto dei figli minori magari con nome, cognome e indirizzo rendendoli immediatamente identificabili. Ho chiesto delucidazioni al Dott. Geo Ceccaroli Primo Dirigente della Polizia di Stato il quale ha chiaramente espresso le problematiche. Pensateci prima di pubblicare su di un social. L'intervista la trovate sulla testata sfogliabile Quotidie Magazine nella sezione ARCHIVIO 2017 SETTEMBRE previa registrazione gratuita e dopo logIn a questo link www.quotidiemagazine.it

Il 90% dei ragazzi ha un profilo su un social ma nessuno sa cos’è la policy. Aprono profili pubblici e condividono con estrema superficialità foto che ritraggono compagni (soggetti minori) magari lasciandosi andare a commenti non proprio lusinghieri. Quali consigli potrebbe dare e soprattutto cosa si rischia a condividere e trarre dal web foto che ritraggono soggetti minori?
Viviamo in un mondo in cui tutto deve essere facile, veloce e a portata di mano. Non digitiamo più le password perché le facciamo memorizzare dai nostri dispositivi, accediamo ai nostri spazi web con semplici App che ci danno tutto e subito. I social network ci offrono tutta l’interazione e la notorietà di cui abbiamo bisogno senza chiedere alcun apparente compenso. Immagini e video sono alla portata di tutti e ciò che “va di moda” è generalmente superficiale. Basti pensare a quanti soggetti, anche giovanissimi, aprono canali Youtube divenendo popolari in pochissimo tempo.
In questo scenario, dove tutto sembra libero e consentito, i giovani danno per scontato che possa essere pubblicato sui social qualsiasi cosa, esternando liberamente i loro pensieri, idee, apprezzamenti e aspettative.
Durante gli incontri con i genitori, gli educatori e gli insegnanti, la Polizia di Stato invita sempre a seguire i figli ultra tredicenni nella prima fase di registrazione degli account social, anche al fine di aiutarli nella comprensione dei relativi termini d’uso. Le policy dei social network, pochi sanno, impongono il divieto di utilizzo da parte di minorenni che non abbiano compiuto i tredici anni; regola ampiamente disattesa.
Tuttavia, spesso l’accettazione dei termini d’uso diventa solo una formalità che passa in secondo piano e che, peraltro, non ha valore legale poiché il minore non può sottoscrivere contratti, non avendo la capacità di agire giuridicamente.
Gli stessi genitori sono disincentivati dal pubblicare sui vari profili social le foto dei loro figli, anche perché spesso diventano motivo di discordia nei casi di separazione per l’arbitraria pubblicazione delle immagini del minore da parte di uno degli ex coniugi.
In relazione alla superficialità dei contenuti, si riflette sul fatto che i giovani, come molti adulti, non sono stati preparati al Web 2.0. e non sono stati abituati a scrivere pubblicamente sentendosi, quindi, liberi di interloquire con gli altri in Rete come lo si sarebbe fatto nel cortile, al bar o durante una partita di calcio. Anche a causa di questa inadeguata competenza, rispetto alla potenza dello stesso strumento utilizzato, le denunce per diffamazione e per il trattamento illecito dei dati personali sono aumentate notevolmente con lo sviluppo dei social network.

Quali consigli può dare a tutti i fruitori dei social (ragazzi e adulti)?
Ogni attività internet pubblica può avere conseguenze sia sul piano della sicurezza dei dati, sia su quella personale, sia sulla reputazione propria e altrui, esponendo l’utilizzatore a vari rischi, anche di natura giudiziaria. La velocità e la semplicità con cui s’inseriscono i contenuti in rete poco si conciliano con i tempi necessari per valutare gli effetti delle nostre azioni ed è opportuno allenarsi in quest’abilità.
Leggere preventivamente i termini d’uso di un determinato social network ci permette di essere adeguatamente informati su ciò che si può e non si può fare; utilizzando gli strumenti per la sicurezza previsti nei relativi portali internet, è possibile evitare intrusioni da parte di terzi; adottando un atteggiamento prudente con gli utenti sconosciuti è possibile evitare adescamenti o incappare in trappole informatiche; personalizzando selettivamente le impostazioni della privacy, si eviterà di esporre il proprio profilo ai rischi del web.
Dopo aver prestato attenzione alla sicurezza passiva, è bene essere lungimiranti e riflettere bene su ciò che s’intende manifestare di noi al grande pubblico della Rete perché ogni giorno si costruisce la nostra web reputation e si concorre a costruire quella degli altri.

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