mercoledì, settembre 13, 2017

Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia Stato - Quotidie Magazine



Molto spesso all’interno dei gruppi o sulle pagine di un qualsiasi social si assiste ad atteggiamenti poco rispettosi, denigratori, diffamanti, parole forti che sono scritte con estrema superficialità senza valutarne il peso. Con l’evento dei social la gente ha perso (o forse qualcuno non li ha mai avuti!) la buona educazione e il rispetto per il prossimo. Si assiste molte volte a dei veri propri atti di violenza, arroganza, sfida, diffamazione per motivi molto futili che delineano un nuovo profilo psicologico dei fruitori dei social o del web in generale.
Ho chiesto quindi delucidazioni al Dott. Ceccaroli Geo – Primo Dirigente della Polizia di Stato che quotidianamente si occupa di reati sul web, per cercare di delineare a grandi linee il  profilo psicologico dei “malati”, per usare un termine elegante.
Molti, leggendo l’intervista, avranno già identificato qualche personaggio egocentrico e violento nel quale ci si è imbattuti almeno una volta nei gruppi sui social. In realtà quanti ne conoscente di questi comportanti sul web da parte di persone all’apparenza tranquille?
Purtroppo non ci si limita solo alle offese e i reati perpetrati da molti soggetti pericolosi non si limitano solo a questo e le vittime non hanno età. Invitiamo i lettori a leggere con estrema attenzione l’intervista che il Dott. Ceccaroli Geo mi ha gentilmente rilasciato per il mensile Quotidie Magazine www.quotidiemagazine.it previa registrazione gratuita e dopo logIn nella sezione ARCHIVIO 2017 AGOSTO  e a meditare su ogni Sua parola.  Grazie a nome di tutta la redazione.

Utilizzare una tastiera e nascondersi dietro un monitor pensando di non essere identificati, per molte persone vuol dire elevare il proprio egocentrismo, smania di potere e divismo. Mi riferisco  a tutto, sia alla semplice mancanza di rispetto nel linguaggio verbale sia ai reati veri e propri. Potrebbe delineare a grandi linee, il profilo psicologico del criminale del web? Quali ragioni secondo lei portano all’esaltazione dell’onnipotenza e dell’egocentrismo virtuale sui social?
L’apparente anonimato garantito dal monitor nell’affacciarsi sul mondo web gioca un ruolo fondamentale nella propensione al crimine, generando la falsa percezione che chi delinque online è un non violento che sfrutta le opportunità dell’informatica, lontano dalla scienza criminis e dalla stessa vittima, che risiede magari dall’altra parte del mondo. Tutto ciò fa si che i cyber criminali tendano in genere ad operare in solitudine e a non considerarsi  come soggetti criminali bensì come egocentriche “star” del web. Per delineare un profilo psicologico tout court del “criminale del web” tuttavia non si può prescindere dal modus operandi, le motivazioni nonché le circostanze spazio temporali che sottendono l’attività illecita on line. Gli hackers, ad esempio, attaccano i sistemi informatici per ricercare informazioni o dati per fini diversi. Compiono attacchi per motivi dimostrativi, autocelebrando le proprie capacità tecniche, oppure si presentano come militanti a favore di una causa o di un ideale da pubblicizzare o ancora si organizzano per interessi di natura economica con l’obbiettivo di ottenere profitti senza lasciare tracce del loro operato. I cyber pedofili, invece, grazie al successo del social network ed al loro uso quotidiano da parte degli adolescenti, sfruttano le informazioni personali dei profili del/i bambino/i adelescente/i e stringono amicizia con le ingenue vittime al fine di adescarle. In un tempo che può variare da poche ore a settimane instaurano un rapporto di fiducia e raggiungono il loro scopo; utilizzano una foto profilo non corrispondente al proprio aspetto, si fingono coetanei della loro vittima oppure promettono “regali” richiedendo in cambio l’invio di foto o video in atteggiamenti esplicitamente sessuali talvolta persuadendo anche il minore ad un incontro reale.
I social network hanno creato, inoltre, nuove figure criminali come i “truffatori sentimentali” (in realtà vere e proprie organizzazioni criminali residenti all’estero) che prendono di mira il portafogli di donne e uomini in cerca di avventure sentimentali, evasione o compagnia. Dopo essere stati avvicinati sui social o via posta elettronica, gli utenti si ritrovano minacciati o ricattati per il video estorto in atteggiamenti sessuali espliciti dinanzi alla webcam o addirittura persuasi ad inviare denaro per aiutare l’amante conosciuto on line che si presenta in genere in difficoltà finanziarie. Il senso di libertà che la rete offre, la possibilità di comunicare velocemente con un numero infinito di persone, ha sviluppato senza dubbio un potere grandissimo che a volte diventa incontrollabile. Basti pensare ai media o ai commenti postati sulla rete con un semplice touch o clic che, se non scritti con chiarezza e consapevolezza, possono creare effetti devastanti con contenuto anche diffamatorio.
La condivisione costante, inoltre, di ogni momento della propria vita privata, scandita da immagini e post, ha altresì creato utenti per certi versi egocentrici e narcisisti. Comunicare particolari della propria intimità, per cercare attenzioni e conferme su di sé aggiornando il proprio status o taggandosi in nuovi scatti, ha creato un oversharing, un eccesso di condivisione, con persone spesso sconosciute che presenta gravi rischi. Tuttavia più informazioni si immettono nella rete più aumenta la vulnerabilità dell’utente. La riservatezza e la distinzione tra ciò che è individuale e collettivo non è più così netta esponendo tanto gli adulti quanto i minori a una possibile vittimizzazione




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