E’ vero, c’è una certa ritrosia per non dire ribrezzo a mangiare le locuste, i grilli, d’altra parte siamo orgogliosamente italiani, ci nutriamo del vanto dei prodotti tradizionali che altri popoli e colture ci invidiano, ci curiamo con la dieta mediterranea riconosciuta nel mondo, di cui gli insetti non ne fanno parte.
Non essendoci dati specifici sull’Acheta domesticus non può di fatto essere considerato, a livello
normativo, un “allergene” anche se di fatto lo è, non solo ma sembra che
l’allergene sia proprio la chitina componente dell’esoscheletro (10), (11), (14)
la stessa che ti consigliano di mangiare come fonte di fibre (9) oltre alla presenza di pollini, di
nuovi allergeni (20)
come la tropomiosina e l’arginina chinasi (21), (22), (23), (24), (26), (27), (28)
In secundis
gli insetti possono essere portatori di rischi sanitari sia per l’uomo sia per
gli animali (15),
(16) oltre a contenere sostanze anti nutritive, ecdisterone (17), (18), (19) metalli pesanti come piombo, cadmio e
fitofarmaci.
Anche se rappresentano un cibo iperproteico e del futuro (5)
, secondo alcuni AA, sono comunque ed innegabilmente lontani dalla nostra
cultura alimentare, tenendo conto che provengono da paesi extra UE come Cina,
Vietnam, Africa, America latina, Thailandia che non brillano né per controlli
sanitari né devono sottostare a Regolamenti Europei.
L’elevato consumo di insetti in Africa, America latina, Asia e Australia, non è sufficiente a garantire la salubrità di tale pratica alimentare in quanto il rischio derivante dall’impiego degli alimenti dipende da numerosi fattori sia individuali (stato immunitario, flora microbica, abitudini…) sia legati all’esposizione e alle modalità di preparazione. Inoltre ciò che costituisce un “rischio” accettabile in alcune zone del mondo, può non esserlo in altre. In conclusione continua qui
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