giovedì, settembre 28, 2017

LINE - Lauri - il pane innovativo con quinoa e foglie di quinoa 2017

Four years have passed since the FAO proclaimed 2013 the year of Quinoa, annual herbaceous plant of the Chenopodiaceae family – such as spinach or beet – but also a plant of biodiversity, already venerated by Inca as a sacred plant cultivated by over 5000 years on the stony highlands of the Andes at altitudes between 3800 and 4200 meters. But some people in Italy had already gone through the times, presenting in 2009 the Quite LINE, the first italian  quinoa bread made by Simona Lauri, Matteo Beretta and other young artisan bakers... Please read here http://stylux.net/magazine/en/2017/09/28/line-quinoa-bread-hug-world/

martedì, settembre 26, 2017

Food in black

Quando il business e la moda hanno permesso di violare leggi nazionali ed europee. Prestate attenzione che non vi venga servita una farina, o una pizza nera con il carbone vegetale E153 o un pane nero. La moda in questo caso è pericolo, sofisticazione alimentare e danno per la salute. Intervista fatta da Fabio Abati all'Agente scelto Piero Nuciari su QI agosto - settembre 2017 pag. 24 http://www.mixerplanet.com/RIVISTE/Qualitaly/100/

mercoledì, settembre 13, 2017

Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia di Stato - Quotidie Magazine




Nonostante gli innumerevoli interventi fatti dalla Polizia Postale nelle scuole, molti ragazzi e adolescenti utilizzando con estrema superficialità i social non valutando l’ipotesi che, ciò che scrivono o condividono sui propri profili/bacheche, possa rappresentare un reato. Questo vale anche per molti adulti che, con estrema superficialità, postano sempre e ovunque le foto dei figli minori magari con nome, cognome e indirizzo rendendoli immediatamente identificabili. Ho chiesto delucidazioni al Dott. Geo Ceccaroli Primo Dirigente della Polizia di Stato il quale ha chiaramente espresso le problematiche. Pensateci prima di pubblicare su di un social. L'intervista la trovate sulla testata sfogliabile Quotidie Magazine nella sezione ARCHIVIO 2017 SETTEMBRE previa registrazione gratuita e dopo logIn a questo link www.quotidiemagazine.it

Il 90% dei ragazzi ha un profilo su un social ma nessuno sa cos’è la policy. Aprono profili pubblici e condividono con estrema superficialità foto che ritraggono compagni (soggetti minori) magari lasciandosi andare a commenti non proprio lusinghieri. Quali consigli potrebbe dare e soprattutto cosa si rischia a condividere e trarre dal web foto che ritraggono soggetti minori?
Viviamo in un mondo in cui tutto deve essere facile, veloce e a portata di mano. Non digitiamo più le password perché le facciamo memorizzare dai nostri dispositivi, accediamo ai nostri spazi web con semplici App che ci danno tutto e subito. I social network ci offrono tutta l’interazione e la notorietà di cui abbiamo bisogno senza chiedere alcun apparente compenso. Immagini e video sono alla portata di tutti e ciò che “va di moda” è generalmente superficiale. Basti pensare a quanti soggetti, anche giovanissimi, aprono canali Youtube divenendo popolari in pochissimo tempo.
In questo scenario, dove tutto sembra libero e consentito, i giovani danno per scontato che possa essere pubblicato sui social qualsiasi cosa, esternando liberamente i loro pensieri, idee, apprezzamenti e aspettative.
Durante gli incontri con i genitori, gli educatori e gli insegnanti, la Polizia di Stato invita sempre a seguire i figli ultra tredicenni nella prima fase di registrazione degli account social, anche al fine di aiutarli nella comprensione dei relativi termini d’uso. Le policy dei social network, pochi sanno, impongono il divieto di utilizzo da parte di minorenni che non abbiano compiuto i tredici anni; regola ampiamente disattesa.
Tuttavia, spesso l’accettazione dei termini d’uso diventa solo una formalità che passa in secondo piano e che, peraltro, non ha valore legale poiché il minore non può sottoscrivere contratti, non avendo la capacità di agire giuridicamente.
Gli stessi genitori sono disincentivati dal pubblicare sui vari profili social le foto dei loro figli, anche perché spesso diventano motivo di discordia nei casi di separazione per l’arbitraria pubblicazione delle immagini del minore da parte di uno degli ex coniugi.
In relazione alla superficialità dei contenuti, si riflette sul fatto che i giovani, come molti adulti, non sono stati preparati al Web 2.0. e non sono stati abituati a scrivere pubblicamente sentendosi, quindi, liberi di interloquire con gli altri in Rete come lo si sarebbe fatto nel cortile, al bar o durante una partita di calcio. Anche a causa di questa inadeguata competenza, rispetto alla potenza dello stesso strumento utilizzato, le denunce per diffamazione e per il trattamento illecito dei dati personali sono aumentate notevolmente con lo sviluppo dei social network.

Quali consigli può dare a tutti i fruitori dei social (ragazzi e adulti)?
Ogni attività internet pubblica può avere conseguenze sia sul piano della sicurezza dei dati, sia su quella personale, sia sulla reputazione propria e altrui, esponendo l’utilizzatore a vari rischi, anche di natura giudiziaria. La velocità e la semplicità con cui s’inseriscono i contenuti in rete poco si conciliano con i tempi necessari per valutare gli effetti delle nostre azioni ed è opportuno allenarsi in quest’abilità.
Leggere preventivamente i termini d’uso di un determinato social network ci permette di essere adeguatamente informati su ciò che si può e non si può fare; utilizzando gli strumenti per la sicurezza previsti nei relativi portali internet, è possibile evitare intrusioni da parte di terzi; adottando un atteggiamento prudente con gli utenti sconosciuti è possibile evitare adescamenti o incappare in trappole informatiche; personalizzando selettivamente le impostazioni della privacy, si eviterà di esporre il proprio profilo ai rischi del web.
Dopo aver prestato attenzione alla sicurezza passiva, è bene essere lungimiranti e riflettere bene su ciò che s’intende manifestare di noi al grande pubblico della Rete perché ogni giorno si costruisce la nostra web reputation e si concorre a costruire quella degli altri.

Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia di Stato - Quotidie Magazine



La nostra è una testata solo online e si occupa di cibo in tutti i sensi; cibo sia  per il corpo  sia per la mente e questo implica un concetto di dieta inteso nel suo vero senso etimologico. Lavoriamo SUL  e CON il Web, pur consapevoli delle insidie che nasconde.
Molti dei nostri lettori sfruttano la semplicità, immediatezza, comodità della rete per effettuare qualsiasi acquisto. Ho chiesto quindi consigli a un esperto del settore che, con estrema chiarezza e dovizia di particolari, ha spiegato nei dettagli come operare prima di effettuare un qualsiasi movimento sul Web. Ringrazio infinitamente il  Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente della Polizia di Stato che, con estrema gentilezza e pazienza, ha svelato ai nostri lettori come operare e quali verifiche effettuare prima di cliccare il tasto “CONFERMA”.L'intervista la trovate sulla testata sfogliabile nella sezione ARCHIVIO 2017 LUGLIO a questo link www.quotidiemagazine.it previa registrazione gratuita e dopo logIN.

Buongiorno a lei. I nostri lettori lavorano e utilizzano la rete per buona parte delle ore della giornata sia per lavoro sia per svago sia per fare acquisti. Molto spesso si è spinti a cercare, ordinare prodotti in rete e consultare siti online, inconsapevoli dei rischi che si incorrono soprattutto quando si opera un pagamento con carta di credito. Cosa si può rischiare quando si digita il numero della carta e si clicca CONFERMA? Quali consigli darebbe ai lettori?
Prima di effettuare qualsivoglia acquisto online,, soprattutto su negozi virtuali non conosciuti, è opportuno fare alcune ricerche “googlando”  il nome del sito internet  sul quale si intende operare. E’ anche opportuno cercare i possibili feedback rilasciati al venditore.  La gran parte degli utenti vittime di truffe per acquisti online, solo dopo aver effettuato il pagamento e non essersi vista recapitare la merce, svolge accertamenti sulla rete scoprendo di aver effettuato l’acquisto presso un sito “truffaldino” od un venditore inaffidabile.
Tralasciando le piattaforme più diffuse sul mercato, note ai “navigatori” del Web, si consiglia di fare attenzione e diffidare soprattutto di chi propone beni a prezzi più che concorrenziali, che non consentano un effettivo guadagno a chi li pone in vendita. Quei beni potrebbero essere oggetto di furto o contraffatti o comunque non verrebbero recapitati. A guidare qualsiasi comportamento sul web, come anche nelle altre azioni quotidiane della vita, deve essere sempre e in ogni caso il buon senso.
Una delle truffe più frequenti con l’approssimarsi della stagione estiva è quella dell’affitto di appartamenti per le vacanze inesistenti o comunque non corrispondenti a quanto proposto.  In merito si raccomanda, oltre alla verifica della congruità del prezzo richiesto per l’affitto, di adottare le seguenti precauzioni. Ove presenti, utilizzare esclusivamente i sistemi di pagamento previsti dal sito (esempio Amazon) sul quale è stato trovato l’annuncio, rifiutando eventuali richieste da parte dell’inserzionista di sistemi di pagamento differenti, anche se apparentemente sicuri, verificare l’indirizzo email dal quale si ricevono messaggi in quanto i truffatori, frequentemente, utilizzano indirizzi email irragionevoli (es. xxxx@airbnb.mail.com apparentemente riconducibile al famoso sito Airbnb che però utilizza il dominio email xxxx@airbnb.com); verificare sulla rete internet, sui siti maggiormente utilizzati, se esistono annunci identici a quelli a cui si è interessati (spesso le inserzioni truffaldine sono identiche ad altre  genuine, ma a prezzi molto più vantaggiosi). Un modo efficace di individuare eventuali annunci clone si può attuare scaricando sul computer una delle immagini pubblicate nell’inserzione a cui si è interessati, trascinandola quindi nella barra di ricerca Google “immagini” che restituirà tutte le immagini identiche o molto simili trovate in rete (maggiori informazioni possono essere individuate su “ricerca inversa google immagini”); per quanto riguarda gli annunci pubblicati su siti non specializzati del settore affitti (es. Subito.it, Bakeka.it, ecc.), oltre alle normali cautele da adottare per gli acquisti online, è senz’altro opportuno effettuare verifiche direttamente nel luogo ove è ubicato l’immobile.
Al momento di concludere un acquisto con carta di credito e di inserire le cifre del proprio titolo di pagamento (c.d. PAN) e il codice di sicurezza di tre cifre (c.d. CVV-CVV2) posto sul retro della carta di pagamento, va rivolta particolare attenzione ad eventuali siti clone di negozi virtuali o siti di servizi bancari o postali. Infatti, i dati digitali potrebbero essere acquisiti da organizzazioni criminali ed essere utilizzati per effettuare acquisti online in frode oppure per creare un clone della carta di credito. Un sistema efficace per evitare di rimane vittime del furto dei dati della propria carta di credito è quello di verificare nella “barra dell’indirizzo” che il sito internet su cui si sta navigando sia effettivamente quello voluto. Spesso i siti clone hanno URL molto simili agli originali (es. www.poste.it – sito originale; www.poste.ita.it.ru – sito clone), è quindi opportuno verificare la corrispondenza dell’indirizzo richiesto, considerando che i browser più recenti includono un sistema di verifica interno, al quale, però, è sconsigliabile delegare totalmente la funzione di controllo della genuinità dei siti internet visitati mantenendo sempre alta la propria soglia di vigilanza.

Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia Stato - Quotidie Magazine



Molto spesso all’interno dei gruppi o sulle pagine di un qualsiasi social si assiste ad atteggiamenti poco rispettosi, denigratori, diffamanti, parole forti che sono scritte con estrema superficialità senza valutarne il peso. Con l’evento dei social la gente ha perso (o forse qualcuno non li ha mai avuti!) la buona educazione e il rispetto per il prossimo. Si assiste molte volte a dei veri propri atti di violenza, arroganza, sfida, diffamazione per motivi molto futili che delineano un nuovo profilo psicologico dei fruitori dei social o del web in generale.
Ho chiesto quindi delucidazioni al Dott. Ceccaroli Geo – Primo Dirigente della Polizia di Stato che quotidianamente si occupa di reati sul web, per cercare di delineare a grandi linee il  profilo psicologico dei “malati”, per usare un termine elegante.
Molti, leggendo l’intervista, avranno già identificato qualche personaggio egocentrico e violento nel quale ci si è imbattuti almeno una volta nei gruppi sui social. In realtà quanti ne conoscente di questi comportanti sul web da parte di persone all’apparenza tranquille?
Purtroppo non ci si limita solo alle offese e i reati perpetrati da molti soggetti pericolosi non si limitano solo a questo e le vittime non hanno età. Invitiamo i lettori a leggere con estrema attenzione l’intervista che il Dott. Ceccaroli Geo mi ha gentilmente rilasciato per il mensile Quotidie Magazine www.quotidiemagazine.it previa registrazione gratuita e dopo logIn nella sezione ARCHIVIO 2017 AGOSTO  e a meditare su ogni Sua parola.  Grazie a nome di tutta la redazione.

Utilizzare una tastiera e nascondersi dietro un monitor pensando di non essere identificati, per molte persone vuol dire elevare il proprio egocentrismo, smania di potere e divismo. Mi riferisco  a tutto, sia alla semplice mancanza di rispetto nel linguaggio verbale sia ai reati veri e propri. Potrebbe delineare a grandi linee, il profilo psicologico del criminale del web? Quali ragioni secondo lei portano all’esaltazione dell’onnipotenza e dell’egocentrismo virtuale sui social?
L’apparente anonimato garantito dal monitor nell’affacciarsi sul mondo web gioca un ruolo fondamentale nella propensione al crimine, generando la falsa percezione che chi delinque online è un non violento che sfrutta le opportunità dell’informatica, lontano dalla scienza criminis e dalla stessa vittima, che risiede magari dall’altra parte del mondo. Tutto ciò fa si che i cyber criminali tendano in genere ad operare in solitudine e a non considerarsi  come soggetti criminali bensì come egocentriche “star” del web. Per delineare un profilo psicologico tout court del “criminale del web” tuttavia non si può prescindere dal modus operandi, le motivazioni nonché le circostanze spazio temporali che sottendono l’attività illecita on line. Gli hackers, ad esempio, attaccano i sistemi informatici per ricercare informazioni o dati per fini diversi. Compiono attacchi per motivi dimostrativi, autocelebrando le proprie capacità tecniche, oppure si presentano come militanti a favore di una causa o di un ideale da pubblicizzare o ancora si organizzano per interessi di natura economica con l’obbiettivo di ottenere profitti senza lasciare tracce del loro operato. I cyber pedofili, invece, grazie al successo del social network ed al loro uso quotidiano da parte degli adolescenti, sfruttano le informazioni personali dei profili del/i bambino/i adelescente/i e stringono amicizia con le ingenue vittime al fine di adescarle. In un tempo che può variare da poche ore a settimane instaurano un rapporto di fiducia e raggiungono il loro scopo; utilizzano una foto profilo non corrispondente al proprio aspetto, si fingono coetanei della loro vittima oppure promettono “regali” richiedendo in cambio l’invio di foto o video in atteggiamenti esplicitamente sessuali talvolta persuadendo anche il minore ad un incontro reale.
I social network hanno creato, inoltre, nuove figure criminali come i “truffatori sentimentali” (in realtà vere e proprie organizzazioni criminali residenti all’estero) che prendono di mira il portafogli di donne e uomini in cerca di avventure sentimentali, evasione o compagnia. Dopo essere stati avvicinati sui social o via posta elettronica, gli utenti si ritrovano minacciati o ricattati per il video estorto in atteggiamenti sessuali espliciti dinanzi alla webcam o addirittura persuasi ad inviare denaro per aiutare l’amante conosciuto on line che si presenta in genere in difficoltà finanziarie. Il senso di libertà che la rete offre, la possibilità di comunicare velocemente con un numero infinito di persone, ha sviluppato senza dubbio un potere grandissimo che a volte diventa incontrollabile. Basti pensare ai media o ai commenti postati sulla rete con un semplice touch o clic che, se non scritti con chiarezza e consapevolezza, possono creare effetti devastanti con contenuto anche diffamatorio.
La condivisione costante, inoltre, di ogni momento della propria vita privata, scandita da immagini e post, ha altresì creato utenti per certi versi egocentrici e narcisisti. Comunicare particolari della propria intimità, per cercare attenzioni e conferme su di sé aggiornando il proprio status o taggandosi in nuovi scatti, ha creato un oversharing, un eccesso di condivisione, con persone spesso sconosciute che presenta gravi rischi. Tuttavia più informazioni si immettono nella rete più aumenta la vulnerabilità dell’utente. La riservatezza e la distinzione tra ciò che è individuale e collettivo non è più così netta esponendo tanto gli adulti quanto i minori a una possibile vittimizzazione