Qualche anno fa. La Dott.ssa Lauri mi disse che aveva un sogno: far sì che due categorie quella dei pizzaioli e dei panificatori, potessero andare d’accordo anzi che collaborassero attivamente tra di loro, cosa fino a quel momento irrealizzabile perché, come due fratelli, erano in continua lotta. Inizialmente non le diedi peso perché consideravo l’impresa un pochino impossibile, ma come sempre, non tenni conto della sua tenacia e determinazione, unite a doti umane di umiltà, comunicabilità, correttezza, scrupolosità e preparazione. Gli anni passavo e nel frattempo lei è diventata Presidente Nazionale Lady Pizza della Federazione Italiana Pizzaioli nel Mondo con sedi e scuole in tutto il mondo ed stava realizzando quel desiderio. Infatti, eccomi qui a raccontare un’impresa che, grazie a lei, mi ha visto protagonista: la partecipazione mia e di alcuni panificatori della FIPPA in giuria al 21° Campionato del Mondo di pizza svoltosi a Salsomaggiore dal 16 al 18 aprile 2012. Per la prima volta in assoluto nella storia del Campionato la FIPPA è stata presente, in delegazione, ad una manifestazione di tale portata, portando i suoi uomini/donne a sedersi a fianco di chefs e pizzaioli internazionali! Simona Lauri, Carla Barbieri, Fabrizio Nistri, Angelo Tudisco hanno detto sì. Simona prima e poi a seguire Fabrizio erano già presenti da alcuni anni a tale evento, ma come spesso succede, nessuno di noi della FIPPA ha mai dato importanza a questo fatto relegando la notizia come … di poco conto ed irrilevante. Già a Verona, Simona e Fabrizio avevano fatto esibire la Campionessa del Mondo di pizza classica in carica Rosa Casulli, ma ancora una volta nessuno di noi, vertici federali compresi, li ha ascoltati! Imperterriti sono andati avanti fino all’IMPRESA storica di Salsomaggiore. Non solo, ma Simona, Fabrizio ed Angelo hanno inoltre formato la giuria dei professionisti che ha valutato le presentazioni artistiche sulla base di un dettagliato regolamento fatto proprio da Simona e Fabrizio. Come categoria dobbiamo veramente imparare tanto dai pizzaioli perché in effetti ci siamo sempre vantati di saper fare la pizza, ma nessuno di noi sa cosa sia il concetto di “maturazione” e Chi lo sa, non lo ha mai preso in considerazione seriamente. Ecco proprio cosi, pochissimi panificatori considerano questa fase della lavorazione, mentre la maggior parte pensa di poter fare un ottimo prodotto passando semplicemente un po’ di pomodoro e mozzarella magari sulla pasta avanzata di qualche impasto e di cuocere il prodotto due ore dopo. Dobbiamo imparare tanto dai pizzaioli e ve lo dice una che la pizza pensava proprio si facesse così! Delegazioni dal Giappone, America, Svizzera, Croazia, Bulgaria, Francia, Australia, Germania, Cina, Irlanda, Italia che concorrevano per il titolo di campioni del Mondo di pizza classica, pizza in teglia, STG, free style singolo e a squadre, pizza senza glutine, pizza a due (pizzaiolo e chef insieme) e Presentazioni artistiche pronte ad aiutarsi tra loro, in qualsiasi momento, con grande umiltà come fossero un’unica grande delegazione. Si respirava un’ aria pulita, allegra, collaborativa abbinata a professionismo di elevatissimo livello e totale assenza di giochi di potere o sotterfugi particolari. Le quattro giurie erano composte da quattro giudici scelti casualmente tra circa 50 giudici chiamati apposta per l’occasione, da ogni parte del mondo, il cui compito era quello di valutare sia il gusto sia la cottura sommando i relativi punteggi. I risultati, a loro volta, venivano inviati ad un elaboratore che provvedeva a stipulare la classifica dei voti accumulati sia come punteggio di giura “Gusto Cottura” sia come punteggio dei giudici ai forni. Tutto questo veniva realizzato ogni volta e per un totale di circa 400 iscritti. Se tutto questo può non bastare per sottolineare la correttezza assoluta della votazione si abbini il fatto che sul campo di gara era presente anche la figura del Coordinatore di Giuria il cui compito era quello di indirizzare il concorrente verso una giuria o un altra in modo tale che fino all’ultimo secondo nessuno giudice/concorrente potesse sapere di chi fosse la pizza in esame e/o da quali giudici fosse valutata. Inoltre i concorrenti che partecipavano con la specialità Pizza STG si dovevano attenere ad un dettagliato disciplinare redatto alcuni anni fa da alcuni pizzaioli napoletani per tutelare una determinata tipologia di prodotto del territorio. Se la pizza presentata come specialità STG non rispettava pienamente il regolamento era immediatamente penalizzata. Devo dire che la partecipazione a un tale evento mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto riflettere sul nostro stato di panificatori inteso come categoria: noi abbiamo la forza di un sindacato federale, loro no; loro hanno la fantasia, l’allegria e l’umiltà, noi un pochino l’abbiamo persa. Loro vogliono imparare da noi a fare il pane, noi invece pensiamo di sapere fare la pizza meglio di loro. L’umiltà è sempre stata una nostra caratteristica, ma ultimamente qualche cosa è cambiato: siamo cambiati noi o ci siamo fatti cambiare?
Carla Barbieri - Presidente Panificatori Pavia
Nessun commento:
Posta un commento