sabato, febbraio 02, 2019

Quotidie Magazine febbraio 2019

" Il mese di “Febbraio” si presta a molte interpretazioni; da ragazzo sbarazzino, dispettoso e irritante che, con la sua Bora, non dà Pace a nessuno come descritto da Cardarelli, a periodo dei Lupercali, dei Saturnali, dei Baccanali mascherati, riti di baldoria, allegria, libertà e purificazione romani, tipici dell’ultimo mese dell’anno (la prima mensilità non era gennaio ma marzo!) dai quali ha preso origine il Carnevale.
I giorni del carnevale rappresentano per tutti un’occasione per dimenticare o esorcizzare la propria infelicità, le proprie pene o il proprio stato sociale. Fin dall’antichità le maschere s’indossano per rito, allegoria, gioco scherzoso, satira verso una situazione, un personaggio e un evento.
Qualche volta però, con la scusa del carnevale, si passa da una serena e bonaria autoironia alla critica, dalla satira tollerante alle offese vere e proprie, dove il limite è una linea impercettibile e sottilissima. “Scusi se mi permetto”, oppure ancora peggio le fatidiche parole “senza offesa” sono pronunciate, molte volte, come alibi e come autorizzazione, licenza non concessa per dar libero sfogo alle offese gratuite, al dire senza remore, con battute di cattivo gusto e offensive, quello che si pensa.  Sfociano molto spesso nella critica invidiosa, immediata e calunniosa. L’educazione dov’è finita? La satira vera fa parte...  tratto da Editoriale 2019 Quotidie Magazine www.quotidiemagazine.it  

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