Come sarà per me l’innovazione nell’immediato presente e futuro in panificazione? Simona Lauri
Sicuramente NON un ritorno al passato nella maniera in cui i messaggi markettiani, emozionali, aziendali vogliono far credere a tutti: infornare nei forni a legna, macinare a pietra come una volta, impastare a mano. Il ritorno al passato deve essere inteso come tutela, evocazione, difesa della nostra storia e tradizioni che non si possono riproporre come allora. Che senso ha impastare a mano quando siamo nell’era delle impastatrici digitalizzate a due velocità con retromarcia? Che senso ha infornare nel forno a legna riscaldato con le fascine quando ci sono forni computerizzati con la possibilità di programmare l’accensione usando un’App? Che senso ha avviare macine a pietra ferme da 100 anni, non più a norma sotto il profilo igienico e di sicurezza, senza impianti di pre e pulitura del grano solo perché è il business, boom, marketing, disinformazione del momento che vuol far passare le farine macinate a pietra come i prodotti del benessere? Che senso ha questo passato nell’attuale presente, ma soprattutto futuro?
Ritornare al passato per me vuole dire: non dimenticare chi ci ha insegnato il mestiere, insegnare l’arte dei nostri avi alle giovani leve, trasmettere l’amore e la passione per questo mestiere, riproporre le ricette dei nostri nonni sia come si facevano allora sia in un’ottica attuale, che tenga conto della variazione degli usi e costumi alimentari. Ritornare al passato vuol dire essere fortemente legati ai prodotti tradizionali locali ma soprattutto insegnare, parlare, raccontare il passato alle giovani leve affinché, tesorieri del nostro presente, possano divulgare con la forza della loro giovane età l’esperienza e la saggezza del passato.
Dal passato ereditiamo un patrimonio, una tradizione millenaria di tipicizzazioni in panificazione che il mondo ci invidia, abbiamo una varietà di cultivar di frumenti impressionante, abbiamo i maestri panificatori con i cosiddetti capelli bianchi per l’esperienza, (non la new generation facebookiana dei presuntuosi venti- trentenni arroganti gastro-maestri amanti solo dei like e delle condivisioni!) e siamo pronti a mettere tutto questo al servizio del presente e futuro.
Non si può fermare il progresso e pertanto anche il panificio si trasformerà e offrirà il pane parlante.
Il pane che parla di se, della sua terra e della sua gente; il pane che unisce, che abbraccia e che ama. Personalmente ritengo che sia questa la prossima innovazione del futuro; un percorso sensoriale di abbinamenti che valorizzino le tipicizzazioni territoriali, le nicchie, il lavoro, le persone e le loro storie.
Una sinergia di nuovi prodotti, sapori e culture che si uniscono in un abbraccio sensoriale che valorizzi fortemente il territorio e proietti verso realtà internazionali; il meglio della cultura estera con il meglio del territorio. Il pane è scienza dimostrata che diventa conoscenza, sapienza e arte.
Fiesa – Assopanificatori Abruzzo e Molise– Confesercenti Nazionale è sempre presente e ha realizzato tutto questo a Pescara in occasione della Fiera SARAL Food 2019.
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