Four years have passed since the FAO proclaimed 2013 the year of Quinoa,
annual herbaceous plant of the Chenopodiaceae family – such as spinach
or beet – but also a plant of biodiversity, already venerated by Inca as
a sacred plant cultivated by over 5000 years on the stony highlands of
the Andes at altitudes between 3800 and 4200 meters. But some people in
Italy had already gone through the times, presenting in 2009 the Quite LINE, the first italian quinoa bread made by Simona Lauri, Matteo Beretta and
other young artisan bakers... Please read here http://stylux.net/magazine/en/2017/09/28/line-quinoa-bread-hug-world/
Panificazione bosina e tradizionale italiana, consulente,maestro,docente,dimostratore e formatore di pane pizza prodotti lievitati per Associazioni,Fiere,Privati,CFP,Scuole Alberghiere, Enti Agenzie ed Aziende. Corsi e dimostrazioni in Italia e estero. Iscritta OTA. Giudice di gara in competizioni nazionali e mondiali. Numerose pubblicazioni tecniche.Autrice n. 4 testi di Arte Bianca. Direttore Quotidie Magazine. Presidente Quite-Alan
giovedì, settembre 28, 2017
martedì, settembre 26, 2017
Food in black
Quando il business e la moda hanno permesso di violare leggi nazionali ed europee. Prestate attenzione che non vi venga servita una farina, o una pizza nera con il carbone vegetale E153 o un pane nero. La moda in questo caso è pericolo, sofisticazione alimentare e danno per la salute. Intervista fatta da Fabio Abati all'Agente scelto Piero Nuciari su QI agosto - settembre 2017 pag. 24 http://www.mixerplanet.com/RIVISTE/Qualitaly/100/
mercoledì, settembre 13, 2017
Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia di Stato - Quotidie Magazine
Nonostante gli innumerevoli
interventi fatti dalla Polizia Postale nelle scuole, molti ragazzi e
adolescenti utilizzando con estrema superficialità i social non valutando l’ipotesi
che, ciò che scrivono o condividono sui propri profili/bacheche, possa
rappresentare un reato. Questo vale anche per molti adulti che, con estrema
superficialità, postano sempre e ovunque le foto dei figli minori magari con
nome, cognome e indirizzo rendendoli immediatamente identificabili. Ho chiesto
delucidazioni al Dott. Geo Ceccaroli Primo Dirigente della Polizia di Stato il
quale ha chiaramente espresso le problematiche. Pensateci prima di pubblicare
su di un social. L'intervista la trovate sulla testata sfogliabile Quotidie Magazine nella sezione ARCHIVIO 2017 SETTEMBRE previa registrazione gratuita e dopo logIn a questo link www.quotidiemagazine.it
Il 90% dei ragazzi ha un profilo su un social ma nessuno sa cos’è la
policy. Aprono profili pubblici e condividono con estrema superficialità foto
che ritraggono compagni (soggetti minori) magari lasciandosi andare a commenti
non proprio lusinghieri. Quali consigli potrebbe dare e soprattutto cosa si
rischia a condividere e trarre dal web foto che ritraggono soggetti minori?
Viviamo in un mondo in cui tutto
deve essere facile, veloce e a portata di mano. Non digitiamo più le password
perché le facciamo memorizzare dai nostri dispositivi, accediamo ai nostri
spazi web con semplici App che ci danno tutto e subito. I social network ci
offrono tutta l’interazione e la notorietà di cui abbiamo bisogno senza
chiedere alcun apparente compenso. Immagini e video sono alla portata di tutti
e ciò che “va di moda” è generalmente superficiale. Basti pensare a quanti
soggetti, anche giovanissimi, aprono canali Youtube divenendo popolari in
pochissimo tempo.
In questo scenario, dove tutto
sembra libero e consentito, i giovani danno per scontato che possa essere
pubblicato sui social qualsiasi cosa, esternando liberamente i loro pensieri,
idee, apprezzamenti e aspettative.
Durante gli incontri con i
genitori, gli educatori e gli insegnanti, la Polizia di Stato invita sempre a
seguire i figli ultra tredicenni nella prima fase di registrazione degli
account social, anche al fine di aiutarli nella comprensione dei relativi
termini d’uso. Le policy dei social
network, pochi sanno, impongono il divieto di utilizzo da parte di minorenni
che non abbiano compiuto i tredici anni; regola ampiamente disattesa.
Tuttavia, spesso l’accettazione
dei termini d’uso diventa solo una formalità che passa in secondo piano e che,
peraltro, non ha valore legale poiché il minore non può sottoscrivere
contratti, non avendo la capacità di agire giuridicamente.
Gli stessi genitori sono
disincentivati dal pubblicare sui vari profili social le foto dei loro figli,
anche perché spesso diventano motivo di discordia nei casi di separazione per
l’arbitraria pubblicazione delle immagini del minore da parte di uno degli ex
coniugi.
In relazione alla superficialità
dei contenuti, si riflette sul fatto che i giovani, come molti adulti, non sono
stati preparati al Web 2.0. e non sono stati abituati a scrivere pubblicamente
sentendosi, quindi, liberi di interloquire con gli altri in Rete come lo si
sarebbe fatto nel cortile, al bar o durante una partita di calcio. Anche a
causa di questa inadeguata competenza, rispetto alla potenza dello stesso
strumento utilizzato, le denunce per diffamazione e per il trattamento illecito
dei dati personali sono aumentate notevolmente con lo sviluppo dei social
network.
Quali consigli può
dare a tutti i fruitori dei social (ragazzi e adulti)?
Ogni attività internet pubblica
può avere conseguenze sia sul piano della sicurezza dei dati, sia su quella
personale, sia sulla reputazione propria e altrui, esponendo l’utilizzatore a
vari rischi, anche di natura giudiziaria. La velocità e la semplicità con cui s’inseriscono
i contenuti in rete poco si conciliano con i tempi necessari per valutare gli
effetti delle nostre azioni ed è opportuno allenarsi in quest’abilità.
Leggere preventivamente i termini
d’uso di un determinato social network ci permette di essere adeguatamente
informati su ciò che si può e non si può fare; utilizzando gli strumenti per la
sicurezza previsti nei relativi portali internet, è possibile evitare
intrusioni da parte di terzi; adottando un atteggiamento prudente con gli
utenti sconosciuti è possibile evitare adescamenti o incappare in trappole
informatiche; personalizzando selettivamente le impostazioni della privacy, si
eviterà di esporre il proprio profilo ai rischi del web.
Dopo aver prestato attenzione
alla sicurezza passiva, è bene essere lungimiranti e riflettere bene su ciò che
s’intende manifestare di noi al grande pubblico della Rete perché ogni giorno
si costruisce la nostra web reputation e si concorre a costruire quella degli
altri.
Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia di Stato - Quotidie Magazine
La nostra è una testata
solo online e si occupa di cibo in tutti i sensi; cibo sia per il corpo
sia per la mente e questo implica un concetto di dieta inteso nel suo vero senso etimologico. Lavoriamo SUL e CON il Web, pur consapevoli delle insidie
che nasconde.
Molti dei nostri
lettori sfruttano la semplicità, immediatezza, comodità della rete per
effettuare qualsiasi acquisto. Ho chiesto quindi consigli a un esperto del
settore che, con estrema chiarezza e dovizia di particolari, ha spiegato nei
dettagli come operare prima di effettuare un qualsiasi movimento sul Web.
Ringrazio infinitamente il Dott.
Ceccaroli Geo Primo Dirigente della Polizia di Stato che, con estrema
gentilezza e pazienza, ha svelato ai nostri lettori come operare e quali
verifiche effettuare prima di cliccare il tasto “CONFERMA”.L'intervista la trovate sulla testata sfogliabile nella sezione ARCHIVIO 2017 LUGLIO a questo link www.quotidiemagazine.it previa registrazione gratuita e dopo logIN.
Buongiorno
a lei. I nostri lettori lavorano e utilizzano la rete per buona parte delle ore
della giornata sia per lavoro sia per svago sia per fare acquisti. Molto spesso
si è spinti a cercare, ordinare prodotti in rete e consultare siti online,
inconsapevoli dei rischi che si incorrono soprattutto quando si opera un
pagamento con carta di credito. Cosa si può rischiare quando si digita il numero
della carta e si clicca CONFERMA? Quali consigli darebbe ai lettori?
Prima
di effettuare qualsivoglia acquisto online,, soprattutto su negozi virtuali non
conosciuti, è opportuno fare alcune ricerche “googlando” il nome del sito internet sul quale si intende operare. E’ anche opportuno
cercare i possibili feedback rilasciati al venditore. La gran parte degli utenti vittime di truffe
per acquisti online, solo dopo aver effettuato il pagamento e non essersi vista
recapitare la merce, svolge accertamenti sulla rete scoprendo di aver
effettuato l’acquisto presso un sito “truffaldino” od un venditore
inaffidabile.
Tralasciando
le piattaforme più diffuse sul mercato, note ai “navigatori” del Web, si
consiglia di fare attenzione e diffidare soprattutto di chi propone beni a
prezzi più che concorrenziali, che non consentano un effettivo guadagno a chi
li pone in vendita. Quei beni potrebbero essere oggetto di furto o contraffatti
o comunque non verrebbero recapitati. A guidare qualsiasi comportamento sul
web, come anche nelle altre azioni quotidiane della vita, deve essere sempre e
in ogni caso il buon senso.
Una
delle truffe più frequenti con l’approssimarsi della stagione estiva è quella
dell’affitto di appartamenti per le vacanze inesistenti o comunque non corrispondenti
a quanto proposto. In merito si
raccomanda, oltre alla verifica della congruità del prezzo richiesto per
l’affitto, di adottare le seguenti precauzioni. Ove presenti, utilizzare
esclusivamente i sistemi di pagamento previsti dal sito (esempio Amazon) sul
quale è stato trovato l’annuncio, rifiutando eventuali richieste da parte
dell’inserzionista di sistemi di pagamento differenti, anche se apparentemente
sicuri, verificare l’indirizzo email dal quale si ricevono messaggi in quanto i
truffatori, frequentemente, utilizzano indirizzi email irragionevoli (es. xxxx@airbnb.mail.com apparentemente riconducibile al
famoso sito Airbnb che però utilizza il dominio email xxxx@airbnb.com); verificare sulla rete
internet, sui siti maggiormente utilizzati, se esistono annunci identici a
quelli a cui si è interessati (spesso le inserzioni truffaldine sono identiche
ad altre genuine, ma a prezzi molto più vantaggiosi).
Un modo efficace di individuare eventuali annunci clone si può attuare
scaricando sul computer una delle immagini pubblicate nell’inserzione a cui si
è interessati, trascinandola quindi nella barra di ricerca Google “immagini” che
restituirà tutte le immagini identiche o molto simili trovate in rete (maggiori
informazioni possono essere individuate su “ricerca inversa google immagini”); per
quanto riguarda gli annunci pubblicati su siti non specializzati del settore
affitti (es. Subito.it, Bakeka.it, ecc.), oltre alle normali cautele da
adottare per gli acquisti online, è senz’altro opportuno effettuare verifiche
direttamente nel luogo ove è ubicato l’immobile.
Al
momento di concludere un acquisto con carta di credito e di inserire le cifre
del proprio titolo di pagamento (c.d. PAN) e il codice di sicurezza di tre
cifre (c.d. CVV-CVV2) posto sul retro della carta di pagamento, va rivolta
particolare attenzione ad eventuali siti clone di negozi virtuali o siti di
servizi bancari o postali. Infatti, i dati digitali potrebbero essere acquisiti
da organizzazioni criminali ed essere utilizzati per effettuare acquisti online
in frode oppure per creare un clone della carta di credito. Un sistema efficace
per evitare di rimane vittime del furto dei dati della propria carta di credito
è quello di verificare nella “barra dell’indirizzo” che il sito internet su cui
si sta navigando sia effettivamente quello voluto. Spesso i siti clone hanno
URL molto simili agli originali (es. www.poste.it – sito originale; www.poste.ita.it.ru – sito clone), è quindi
opportuno verificare la corrispondenza dell’indirizzo richiesto, considerando
che i browser più recenti includono un sistema di verifica interno, al quale,
però, è sconsigliabile delegare totalmente la funzione di controllo della
genuinità dei siti internet visitati mantenendo sempre alta la propria soglia
di vigilanza.
Dott. Ceccaroli Geo Primo Dirigente Polizia Stato - Quotidie Magazine
Molto spesso
all’interno dei gruppi o sulle pagine di un qualsiasi social si assiste ad
atteggiamenti poco rispettosi, denigratori, diffamanti, parole forti che sono
scritte con estrema superficialità senza valutarne il peso. Con l’evento dei
social la gente ha perso (o forse qualcuno non li ha mai avuti!) la buona
educazione e il rispetto per il prossimo. Si assiste molte volte a dei veri
propri atti di violenza, arroganza, sfida, diffamazione per motivi molto futili
che delineano un nuovo profilo psicologico dei fruitori dei social o del web in
generale.
Ho chiesto quindi
delucidazioni al Dott. Ceccaroli Geo – Primo Dirigente della Polizia di Stato che
quotidianamente si occupa di reati sul web, per cercare di delineare a grandi
linee il profilo psicologico dei
“malati”, per usare un termine elegante.
Molti, leggendo
l’intervista, avranno già identificato qualche personaggio egocentrico e
violento nel quale ci si è imbattuti almeno una volta nei gruppi sui social. In
realtà quanti ne conoscente di questi comportanti sul web da parte di persone
all’apparenza tranquille?
Purtroppo non ci si
limita solo alle offese e i reati perpetrati da molti soggetti pericolosi non
si limitano solo a questo e le vittime non hanno età. Invitiamo i lettori a leggere con estrema attenzione l’intervista che il Dott. Ceccaroli Geo mi
ha gentilmente rilasciato per il mensile Quotidie Magazine www.quotidiemagazine.it previa registrazione gratuita e dopo logIn nella sezione ARCHIVIO 2017 AGOSTO e a meditare su ogni Sua parola. Grazie a nome di tutta la redazione.
Utilizzare una tastiera
e nascondersi dietro un monitor pensando di non essere identificati, per molte
persone vuol dire elevare il proprio egocentrismo, smania di potere e divismo.
Mi riferisco a tutto, sia alla semplice
mancanza di rispetto nel linguaggio verbale sia ai reati veri e propri.
Potrebbe delineare a grandi linee, il profilo psicologico del criminale del
web? Quali ragioni secondo lei portano all’esaltazione dell’onnipotenza e
dell’egocentrismo virtuale sui social?
L’apparente anonimato
garantito dal monitor nell’affacciarsi sul mondo web gioca un ruolo
fondamentale nella propensione al crimine, generando la falsa percezione che
chi delinque online è un non violento che sfrutta le opportunità
dell’informatica, lontano dalla scienza criminis e dalla stessa vittima, che
risiede magari dall’altra parte del mondo. Tutto ciò fa si che i cyber
criminali tendano in genere ad operare in solitudine e a non considerarsi come soggetti criminali bensì come
egocentriche “star” del web. Per delineare un profilo psicologico tout court
del “criminale del web” tuttavia non si può prescindere dal modus operandi, le
motivazioni nonché le circostanze spazio temporali che sottendono l’attività
illecita on line. Gli hackers, ad esempio, attaccano i sistemi informatici per
ricercare informazioni o dati per fini diversi. Compiono attacchi per motivi
dimostrativi, autocelebrando le proprie capacità tecniche, oppure si presentano
come militanti a favore di una causa o di un ideale da pubblicizzare o ancora
si organizzano per interessi di natura economica con l’obbiettivo di ottenere
profitti senza lasciare tracce del loro operato. I cyber pedofili, invece,
grazie al successo del social network ed al loro uso quotidiano da parte degli
adolescenti, sfruttano le informazioni personali dei profili del/i bambino/i
adelescente/i e stringono amicizia con le ingenue vittime al fine di adescarle.
In un tempo che può variare da poche ore a settimane instaurano un rapporto di
fiducia e raggiungono il loro scopo; utilizzano una foto profilo non
corrispondente al proprio aspetto, si fingono coetanei della loro vittima
oppure promettono “regali” richiedendo in cambio l’invio di foto o video in
atteggiamenti esplicitamente sessuali talvolta persuadendo anche il minore ad
un incontro reale.
I social network hanno
creato, inoltre, nuove figure criminali come i “truffatori sentimentali” (in
realtà vere e proprie organizzazioni criminali residenti all’estero) che
prendono di mira il portafogli di donne e uomini in cerca di avventure
sentimentali, evasione o compagnia. Dopo essere stati avvicinati sui social o
via posta elettronica, gli utenti si ritrovano minacciati o ricattati per il
video estorto in atteggiamenti sessuali espliciti dinanzi alla webcam o
addirittura persuasi ad inviare denaro per aiutare l’amante conosciuto on line
che si presenta in genere in difficoltà finanziarie. Il senso di libertà che la
rete offre, la possibilità di comunicare velocemente con un numero infinito di persone,
ha sviluppato senza dubbio un potere grandissimo che a volte diventa
incontrollabile. Basti pensare ai media o ai commenti postati sulla rete con un
semplice touch o clic che, se non scritti con chiarezza e consapevolezza, possono
creare effetti devastanti con contenuto anche diffamatorio.
La condivisione
costante, inoltre, di ogni momento della propria vita privata, scandita da
immagini e post, ha altresì creato utenti per certi versi egocentrici e
narcisisti. Comunicare particolari della propria intimità, per cercare
attenzioni e conferme su di sé aggiornando il proprio status o taggandosi in
nuovi scatti, ha creato un oversharing, un eccesso di condivisione, con persone
spesso sconosciute che presenta gravi rischi. Tuttavia più informazioni si
immettono nella rete più aumenta la vulnerabilità dell’utente. La riservatezza
e la distinzione tra ciò che è individuale e collettivo non è più così netta
esponendo tanto gli adulti quanto i minori a una possibile vittimizzazione
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